Area Infanzia e Adolescenza

È nel giocare e soltanto mentre gioca che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé (D. Winnicott).

Se potessi ridurre la tua adolescenza a una parola, direi che è una metamorfosi, un cambiamento, una modalità nuova di pensarti e di vedere il mondo che ti circonda. (Vittorino Andreoli, Lettera a un adolescente)
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Area Infanzia

È risaputo: crescere è difficile!

In età evolutiva, sono molte le sfide che un bambino deve affrontare per diventare grande: le prime esperienze di separazione dai genitori, l’ingresso a scuola, l’integrazione con i coetanei, l’acquisizione delle regole, la nascita di un fratellino, la separazione genitoriale, il lutto di un animale domestico, ecc.

Crescere significa affrontare rapidi e importanti cambiamenti nel proprio funzionamento interno e rispondere a molteplici richieste provenienti dall’ambiente esterno; ci potrebbero essere momenti di difficoltà e di stallo per il bambino durante la gestione dei compiti evolutivi e nella ricerca di risposte adattive.

Inoltre, a volte lo sviluppo avviene in modo disarmonico e il bambino può risultare più competente in alcune aree e più immaturo in altre. La conseguenza è la percezione di un disagio non espresso verbalmente e che sfocia in manifestazioni sintomatiche di vario tipo; ad esempio: disturbi del sonno, difficoltà alimentari, ansia da separazione, paure, ritiro, oppositività, enuresi, balbuzie, etc.

Comprendere il significato di questi comportamenti sintomatici è fondamentale per la loro risoluzione e, a tal fine, attivare un percorso di sostegno psicologico per il bambino è importante per creare le condizioni di uno sviluppo armonico.

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Area Adolescenza

L’adolescenza è una fase delicata del percorso di crescita, nella quale il ragazzo deve gestire importanti cambiamenti corporei, emotivi, relazionali e identitari. Le sfide evolutive che l’adolescente deve fronteggiare per divenire adulto coinvolgono il rapporto con la famiglia, con il gruppo dei pari, con i modelli adulti di riferimento. I cambiamenti corporei, l’esigenza di maggiore autonomia, il bisogno di sentirsi accettati dai coetanei, la necessità di trovare nuovi modelli di riferimento rendono questo periodo particolarmente complesso e talvolta possono causare sofferenza nell’adolescente in crescita.

Di fronte a tutti questi cambiamenti, è facile che l’adolescente si senta confuso e disorientato e manifestare condotte disfunzionali, come la sfida delle regole, il disinvestimento scolastico, l’autolesionismo, l’uso di sostanze. Altre volte il disagio può tradursi in sintomi più internalizzati quali crisi d’ansia, attacchi di panico, vissuti depressivi, disturbi del comportamento alimentare, chiusura e isolamento.

Questi segnali possono essere transitori oppure possono cronicizzarsi e sfociare in patologie più strutturate. 

È quindi fondamentale accogliere i primi sintomi di sofferenza e accompagnare questa fase complessa della crescita attraverso un percorso di sostegno psicologico all’adolescente e alla sua famiglia per trovare insieme il giusto equilibrio e adattamento.

La consulenza psicologica

Come posso aiutare un bambino e/o adolsescente

Affrontare le sfide e i compiti evolutivi insiti nella crescita

Comprendere il significato dei comportamenti sintomatici

Favorire uno sviluppo armonico e in sintonia tra il mondo interno del bambino/adolescente e le richieste dell’ambiente esterno

FAQ

Ti rispondo

Il percorso di sostegno psicologico per il bambino e/o l’adolescente prevede inizialmente un primo colloquio con i genitori e 3-4 colloqui da 45/50 minuti con il ragazzo/a per conoscersi e stabilire insieme gli obiettivi e la cadenza del percorso terapeutico.

Durante il percorso sono previsti colloqui periodici di monitoraggio e confronto con i genitori sull’andamento del lavoro e sul funzionamento del bambino/adolescente nei suoi contesti di vita.

La consulenza psicologica per il bambino si avvale di una varietà di tecniche e metodi; tutti i diversi approcci hanno come denominatore comune la centralità della comunicazione e della relazione.

Gli strumenti che prediligo sono il gioco e l’attività grafica. Il gioco riveste una grande importanza; solitamente sono presenti nella stanza materiali ludici come bambole, personaggi che rappresentano una famiglia, costruzioni, plastilina ed anche giochi strutturati come puzzle o giochi da tavolo. Altro importante strumento è quello dell’attività grafica, matite e colori permettono al bambino di utilizzare un linguaggio a lui familiare e attraverso il quale i contenuti emotivi possano emergere con maggiore facilità.

 Il primo colloquio è anche il momento della “burocrazia”: è necessario che lo psicologo faccia compilare e firmare i documenti relativi al trattamento dei dati GDPR e il consenso informato alla prestazione psicologica che il paziente sta per ricevere. Si tratta della parte più “noiosa”, ma fondamentale anche per il rapporto di fiducia che si verrà a creare.

Attraverso l’osservazione, l’ascolto, la comunicazione e la conoscenza delle caratteristiche dell’adolescente è possibile distinguere tra comportamenti tipici (opposizione, sfida, desiderio di libertà/indipendenza, ambivalenza tra vicinanza/lontananza, chiusura,…) e l’esasperazione di questi stessi comportamenti.

La consulenza psicologica con i genitori è uno strumento utile in tal senso (link allo spazio genitori).

Si consiglia sempre ai genitori di comunicare prima, ovviamente con parole idonee all’età, dove porteranno il bambino, chi incontreranno ed anche il motivo per il quale lo si sta portando da uno specialista per i bambini.

La consulenza psicologica con i genitori è uno strumento utile per trovare insieme le parole adatte da utilizzare con il bambino (link allo spazio genitori).

Assolutamente no. La consulenza psicologica nei confronti di un minore rappresenta un atto di straordinaria amministrazione e, in quanto tale, richiede il consenso congiunto di ambedue i genitori esercenti la responsabilità genitoriale (art. 337 ter c.c.). Entrambi i genitori, infatti, sono tenuti a sottoscrivere il consenso informato al trattamento psicologico a cui verrà sottoposto il figlio minorenne.

Rimane sempre la possibilità, al singolo genitore, di usufruire della consulenza psicologica – spazio genitori.

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