Può succedere…l’amore nasce e può finire.. è già questa è di per sé una difficile lezione da impartire ai nostri figli. Come finisce, come si decide di dire basta e mettere la parola fine alla propria coppia senza che questo rappresenti un’esperienza traumatica e/o particolarmente dolorosa per il proprio figlio?
Sono stati scritti una miriade di manuali sull’argomento e molti di essi offrono spunti interessanti per riflettere e per affrontare come coppia genitoriale la propria separazione come coppia coniugale nella specifica relazione con il proprio figlio. Ebbene sì, sembrerà scontato ma credo che sia giusto ribadirlo: marito e moglie (o due conviventi) hanno tutto il diritto e tutta la facoltà di decidere di interrompere la propria relazione, ma altresì hanno il dovere di assicurare che questo evento non si traduca in un vero e proprio dramma per il figlio.
Lo so, anche gli adulti potrebbero soffrire e spesso questo dolore è di difficile gestione: si piange, si grida, si sbattono porte, si dicono cose di cui prima o poi ci si pentirà e ci si vergognerà. Ricordiamoci, però, che i figli sono spettatori, spesso inermi e silenziosi, di una separazione che è sempre una responsabilità e una scelta operata dagli adulti.
Mamma e papà, in qualsiasi circostanza, rappresentano per il figlio i punti cardini ai quali aggrapparsi per decidere la propria traiettoria di vita, quella costanza che permette al bambino di comprendere la realtà, di orientarsi e di trovare un significato. Ed è questo che bisogna sempre assicurare al proprio figlio: orientamento, direzione e protezione, sia che i genitori vivano sotto lo stesso tetto, sia che decidano di separarsi.
Ma vediamo da vicino quali potrebbero essere le principali emozioni e gli stati d’animo che un figlio sperimenta di fronte all’eventualità che i suoi genitori si separino e cosa quest’ultimi potrebbero mettere in campo per sostenerlo:
Gli adulti dovrebbero rassicurare in questo senso, ed essere in grado di fornire risposte adeguate e veritiere (oltre che tranquillizzanti) di ciò che sarà del figlio, delle sue abitudini, della nuova quotidianità.
È doveroso specificare che rispetto a questo aspetto, i genitori debbano trovare un accordo, lontano dagli occhi del bambino ed in un secondo momento comunicarlo, come un dato assodato e condiviso dagli adulti. Addirittura, per il benessere del proprio figlio, si potrebbe optare una soluzione condivisa in cui mamma e papà siano, ad esempio, entrambi presenti, anche se separati, alla festa di compleanno del proprio figlio.
In questi casi, è necessario che genitori ed insegnanti aiutino il bambino a raccontare direttamente la sua rabbia e/o a trovare canali di espressione altri (gioco con animali, disegno, “termometro della rabbia”..).
I bambini hanno bisogno di essere ascoltati, rassicurati e di sapere che mamma e papà, seppur abiteranno in case diverse, non li abbandoneranno mai e saranno sempre presenti per loro!
Dott. Andrea Leone
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