Training Autogeno

“C’è più ragione nel tuo corpo che non nella tua migliore sapienza”
(F. Nietzsche)
Scopriamo

Training Autogeno

Il Training Autogeno è una tecnica di rilassamento che produce delle reali modificazioni fisiologiche e psichiche. Tale tecnica è a portata di tutti (adulti e/o bambini) per ridurre tensioni, ansie, nervosismi ed incrementare le capacità di concentrazione, il senso di autoefficacia e il controllo delle proprie emozioni.

Ciò che si ottiene è dunque un crescente equilibrio psicofisico, un senso di serenità e armonia.

Perché Training Autogeno?

Lo stato di rilassamento e quindi del conseguente benessere psicofisico, è strettamente legato ad un programma di allenamento (= training) che consiste in un apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva per la realizzazione di spontanee modificazioni del tono muscolare, della funzionalità vascolare, dell’attività cardiaca e  polmonare, dell’equilibrio neurovegetativo e dello stato di coscienza.

Autogeno significa “che si genera da sè”, senza nessuno sforzo di volontà, in uno stato di passività assoluta nella indifferente contemplazione di quanto spontaneamente accade nel proprio organismo e nella propria mente.

Paricolamente consigliato per:

  • Imparare a gestire lo stress quotidiano;
  • Controllare sintomi psicosomatici (per esempio cefalea, gastrite, irregolarità mestruali, sudorazione eccessiva);
  • Gestire ansia, attacchi di panico, fobie;
  • Aumentare il benessere psicofisico in gravidanza;
  • Affrontare insonnia e/o difficoltà legate al sonno;
  • Smettere di fumare;
  • Affrontare al meglio una competizione agonistica;
  • Affrontare al meglio la preparazione di un esame.

    e trova applicazione in:

  • campo sportivo, prima di una gara o negli intervalli.
  • campo artistico, soprattutto per migliorare l’attenzione e la sicurezza d’esecuzione dei musicisti. In questo caso si applica nei momenti precedenti l’inizio del concerto.
  • campo scolastico e universitario, per migliorare la memoria e la tranquillità nel sostenere gli esami. Si applica prima della prova o, nel caso di ansia anticipatoria, anche nei giorni precedenti.
  •  campo lavorativo, per migliorare la capacità di prendere decisioni, di sopportare le pressioni ambientali o l’ansia da prestazione quando si deve, per esempio, parlare davanti a un pubblico o sottoporre ai colleghi o ai superiori i risultati del proprio lavoro.

Avvertenze

Nonostante gli effetti e l’efficacia del training autogeno è sconsigliata nelle patologie depressive e psicotiche. È inoltre controindicata per persone in fasi acute di cardiopatie, soprattutto in soggetti che hanno riportato infarti negli ultimi sei mesi.

Prima di intraprendere un percorso di Training Autogeno è necessario un colloquio preliminare di conoscenza.

Training Autogeno

In cosa posso aiutarti

Gestire l’ansia, lo stress e molti disturbi psicosomatici

Gestire una competizione sportiva e l’ansia da esame

Convivere con problematiche relative all’insonnia e con le manifestazioni acute dolore come l’emicrania

Ottenere un crescente equilibrio psicofico, un senso di serenità e armonia

FAQ

Ti rispondo

L’Operatore di Training Autogeno  è un esperto del settore che si è formato attraverso un corso qualificante. Egli ha appreso i diversi esercizi che configurano la tecnica, sa applicarli e gestirli nei vari contesti di riferimento.

L’ Operatore sa gestire l’esperienza autogena in modo realmente utile e pienamente funzionale ed è in grado di condurre un singolo o un gruppo nello sviluppo e nell’acquisizione della pratica. Egli quindi è in grado di promuovere attraverso gli esercizi, l’incremento del rilassamento, l’autoregolazione delle funzioni corporee involontarie, il recupero delle energie fisiche e psichiche.

Ho conseguito il titolo di Operatore di Training Autogeno presso l’Istituto di Analisi Immaginativa di Cremona.

Lo Psicologo utilizza principalmente due strumenti: il colloquio e i test psicologici. Il loro impiego serve per comprendere la situazione della persona e per favorirne il cambiamento nel senso desiderato. Può anche impiegare delle tecniche specifiche, come quelle di rilassamento, a seconda delle esigenze della persona.

Non è un medico e quindi non prescrive farmaci ed esami clinici.

È doveroso ricordare che l’art. 4 del Codice Deontologico degli Psicologi recita: “Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Lo psicologo utilizza metodi e tecniche salvaguardando tali principi, e rifiuta la sua collaborazione ad iniziative lesive degli stessi”.

 Per verificare se un professionista è abilitato all’esercizio della professione è possibile consultare l’Albo Regionale degli Psicologi (nel caso dell’Emilia Romagna, al sito: https://www.ordinepsicologier.it/it/albo) oppure l’Albo Nazionale degli Psicologi al sito www.psy.it.

L’Operatore di Training Autogeno si differenzia dai maestri e dagli istruttori di Ipnosi, Mindfulness, Yoga, Meditazione, Musicoterapia.

 Il primo colloquio è anche il momento della “burocrazia”: è necessario che lo psicologo faccia compilare e firmare i documenti relativi al trattamento dei dati GDPR e il consenso informato alla prestazione psicologica che il paziente sta per ricevere. Si tratta della parte più “noiosa”, ma fondamentale anche per il rapporto di fiducia che si verrà a creare.

La pratica del Training Autogeno necessita di abiti comodi e di un luogo preferibilmente protetto da rumori e luci intense.

Il Training Autogeno si divide in due gruppi di esercizi: ciclo inferiore e ciclo superiore. Gli esercizi del ciclo inferiore o somatico sono volti al raggiungimento della capacità di abbandonarsi all’ascolto passivo del corpo e sono: pesantezza, calore, cuore, respiro, plesso solare e fronte fresca (Schultz, 1986). Gli esercizi del ciclo superiore invece sono deputati all’ ascolto passivo della psiche (Peresson, 1984).

Gli esercizi si possono attuare in tre posizioni, la posizione sdraiata, la posizione seduta e la posizione del cocchiere. In genere la posizione privilegiata nella fase di apprendimento è quella distesa; il soggetto deve sentirsi comodo e a proprio agio.

Dopo un primo colloquio preliminare volto alla conoscenza della persona e alla raccolta delle informazioni, ciascun esercizio può avere una durata che varia tra i 10 e i 20 minuti, in base al livello di esperienza dell’individuo.

Un intero percorso di Training Autogeno dura, solitamente, qualche mese.

Pur essendo estremamente versatile il Training Autogeno non è adatto a tutti; è infatti fortemente sconsigliato nelle patologie depressive e psicotiche.

Un occhio di riguardo va dato nella pratica alle donne in stato di gravidanza che possono comunque avvicinarsi alla tecnica con alcune dovute accortezze.

La pratica del Training Autogeno è inoltre controindicata per persone in fasi acute di cardiopatie, soprattutto in soggetti che hanno riportato infarti negli ultimi sei mesi.

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